Il travisamento delle vere intenzioni:
l’importanza del distacco emotivo
Ciascuno scrittore ha un proprio modo di sentire e di concepire la realtà che egli andrà a sublimare mediante il processo creativo; una filosofia non dichiarata che va riconosciuta e rispettata.
Non ha senso piegare al proprio modo di vedere il mondo, la scrittura di qualcun altro.
Un buon Editor deve necessariamente avere il dono (almeno iniziale) del distacco emotivo.
Un po’ quello che avviene durante una seduta di psicoanalisi: limitarsi all’ascolto, immergendosi nel racconto senza filtri né pregiudizi di merito.
Certo, se non sarà possibile raggiungere i livelli ineguagliabili di Roland Barthes (a tal proposito consiglierei di leggere il testo “Sul racconto. Una conversazione inedita con Paolo Fabbri” Ed. Marietti 1820) permane comunque la vocazione ad avere ben presente quegli standard al fine di assolvere al meglio a un ruolo così complesso ma altrettanto entusiasmante quale quello svolto da un Editor puro (non facilmente condizionabile dalle strategie di marketing dell'ultima ora) che riconosca la responsabilità del proprio lavoro, andandone fiero.